A chi spetta la rimozione del legname presente nell’alveo del fiume Santerno? Tronchi, di grandi dimensioni, incagliati nella chiusa della Tosa o a cavallo dell’alveo.
E a chi spetta la rimozione delle numerose cataste di legna presenti ai lati del fiume? Cataste presenti sulla sponda del fiume che lambisce l’autodromo e sul lato che costeggia via Graziadei. CI sono giunte le preoccupazioni dei cittadini che ogni giorno transitano in questi luoghi, nel bel lungofiume imolese con dall’aspetto provato dopo la recente piena del Santerno che tanti danni ha fatto. Dopo la recente piena del 3 novembre, sul fiume Lamone, per quanto riguarda il legname nel corso d’acqua, la Protezione Civile aveva incaricato una ditta.
IL CASO DEL LAMONE Nel territorio di Bagnacavallo, per ovviare al medesimo problema, dopo le piene del 3 novembre è intervenuta una ditta incaricata dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale: la Protezione Civile aveva quindi fatto rimuovere parte del legname che era stato portato dai corsi d’acqua di Lamone, Senio e Santerno (forse soltanto in alcuni punti più critici?) Il lavoro, come si immagina non è certo semplice coinvolgendo un notevole volume di legname e coprendo un vasto territorio. Però non aveva nemmeno del tutto convinto il linguaggio utilizzato dalla Regione per denominare questi interventi , definiti “tempestivi”. Termine da molti ritenuto non idoneo a fronte del tempo trascorso dall’alluvione di maggio per rimuovere il precedente legname (che poi si è in parte aggiunto a quello delle piene del 3 novembre scorso). Mesi estivi, che hanno visto un avvio di pulizia delle arginature, finanziato dalle risorse regionali, non seguiti dalle operazioni di rimozione del legname, lasciato per mesi ai lati dell’argine – ad esempio nel Fiume Lamone- e poi riportati, in qualche caso, dalle piene all’interno dei corsi d’acqua.