“La vicenda Cavim ha più di un lato oscuro, volutamente oscuro, visto che nessuna delle proposte di acquisto della cantina e nessuna delle manovre in atto sono state portate in assemblea.” – è il pensiero di Carmen Cappello circa la delicata situazione che coinvolge la cantina di Sasso Morelli e il relativo silenzio attorno alla vicenda – “I soci della Cavim che da anni aspettano di essere pagati per le uve conferite ( il debito della cantina nei loro confronti supera i 5 milioni) non solo sono stati interpellati sulle sorti della cantina, ma nemmeno informati. Il consiglio di amministrazione sta agendo sotto ‘tutela’ e direzione di un advisor finanziario e degli avvocati” – ricostruisce l’ex candidata a Sindaca – “senza riuscire in alcun modo a dettare la linea strategica e a gestire al meglio la vicenda. Perché il Presidente della Cavim ha interrotto improvvisamente le trattative con la società Ermes che aveva offerto 4,5 milioni per l’acquisto e 1,5 milioni per saldare almeno in parte i soci conferitori?” – si chiede
– “E come mai Agrintesa che pure si era dichiarata disponibile a versare gli stessi 4.5 milioni oltre a 300.000 euro ai soci, ha poi comunicato di non essere più interessata?“
“Alla fine di queste manovre” – prosegue l’esponente civica – “compiute senza la necessaria trasparenza, al punto che uno dei sindaci di controllo della Cavim si è addirittura dimesso, viene data notizia di un contratto d’affitto d’azienda a 50.000 euro per il primo anno con la cantina Poletti.” Insomma, a quanto si apprende dalla ricostruzione di Carmen Cappello la vicenda è tutt’altro che chiara e rosea – “Il contratto però pare essere ‘segretato’ anche ai soci e non si sa a quanto Poletti intende acquistare la cantina: voci parlano di 2.3 milioni di euro” – rammenta – “La metà di quanto offerto da Ermes e senza nulla versare ai soci per i conferimenti di uva degli anni passati.
Conosco Poletti” – ammette l’avvocata – “e so che è un’azienda affidabile del territorio, che correttamente agisce nel suo interesse. Quello che non convince è la condotta degli amministratori e dei consulenti di Cavim, che, salvo smentita documentale, hanno scelto consapevolmente di (s)vendere la Cavim riunciando ad una trattativa che era molto più favorevole. E se ci sono soci arrabbiati” – conclude – “che arrivano a sostenere che darebbe più garanzie la liquidazione coatta, che un affare al ribasso, è più che comprensibile, perché ne va delle loro aziende e del futuro della cooperativa vitivinicola.
Ma qualcuno in Comune è al corrente di quello che sta accadendo?“