Tra le linee programmatiche che compaiono nel DUP 2024 c’è anche la ripresa dello studio di fattibilità del nuovo ponte sul Santerno. Allo scopo di poter realizzare il collegamento tra via Emilia e via Lughese e così evitare che il traffico veicolare, anche di mezzi pesanti, proveniente da Castel Bolognese debba attraversare Via Resistenza per raggiungere l’Autostrada.
Un’opera molto attesa che migliorerebbe in maniera decisiva la viabilità: se ne era parlato molto anche nel 2005, quando vennero impiegati fondi del ministero delle Infrastrutture per lavori da realizzarsi attraverso la procedura straordinaria di un’ordinanza della Protezione civile: si trattava del complesso ammodernamento dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari; tra le note contenute nell’ordinanza del Consiglio dei ministri infatti, si faceva riferimento alle disposizioni urgenti per la messa in sicurezza dell’autodromo e in particolare delle vie per l’accesso e il deflusso dei presenti in caso di incidente rilevante o di calamità naturale durante lo svolgimento degli eventi sportivi.
Torna d’attualità anche il nuovo Ponte della Tosa. Ne avevamo parlato in passato sia col Sindaco Panieri che con l’Assessore Raffini: quella che pareva un’utopia potrebbe essere realizzata nel prossimo quinquennio. È quanto si apprende dal piano delle opere pubbliche del 2024-2026 del Comune di Imola, che prevedrebbe proprio di “mettere mano” a quello ormai più conosciuto come “ponte stretto”. La nuova opera, come dichiarato anche da Raffini qualche mese fa, potrebbe essere affiancata all’attuale collegamento, costruito dal Comune di Imola nel lontano 196 con un senso unico alternato : al momento, per il nuovo ponte è stato abbozzato un investimento di 3,5 milioni di €; nelle ipotesi c’è quella di non abbattere la vecchia passerella, ma di lasciarla per la viabilità di ciclisti e pedoni.
IL PONTE DELLA TOSA – LA STORIA
Erano gli anni ’60 quando il Comune di Imola progettò e costruì il ponte che collegava Via Tiro a Segno a Via Codrignano. Fino ad allora si poteva passare tranquillamente dall’interno, quando ancora il circuito era aperto al traffico urbano. Ma col progresso del circuito e la conseguente chiusura alle auto, il nuovo collegamento sulla chiusa del Santerno appariva improcastinabile.
Fino agli anni ’90 la passerella non era dotata di impianto semaforico. Negli anni le dimensioni della carreggiata sono rimaste invariate: nonostante la carreggiata sia strutturata su una corsia unica però, è assodato come sia impegnata talvolta anche da mezzi pesanti, che transitano ugualmente dal ponte. Inoltre, se contiamo l’aumento di pedoni e di biciclette che non possono fruire di una corsia a loro dedicata, la percorrenza durante il giorno appare ancora più tortuosa.
Per questo, anche il Comune potrebbe probabilmente prendere in considerazione, nei prossimi anni, un investimento volto a un rinnovo del ponte. Che può essere un miglioramento con espansione di carreggiata, piuttosto che un’infrastruttura ex-novo, scelta forse più costosa ma lungimirante.
LO STUDIO – I PROBLEMI E LA MANUTENZIONE
Nel 2019 il Comune commissionò uno studio per accertarsi delle condizioni e della conservazione del manufatto. Nel rapporto di ispezione non emerse nessun evidente segno di instabilità della struttura, però in alcuni punti della cosiddetta “spalla” venivano evidenziate percolazioni, efflorescenze e crescita di patina biologica.
Si evinse come le pile del ponte presentassero locali ammaloramenti sulle fasce esterne. SI consigliava di installare dei pluviali e di risanare le superfici ammalorate. Nelle barriere, che presentavano segni di impatto, in alcuni punti non erano provviste di montanti. La pavimentazione presentava diffuse fessurazioni e una significativa usura.
Le condizioni del ponte, nello studio complessivo, si attestavano al LIVELLO 3 , ovvero un livello di esercizio con criticità non strutturali. La valutazione del m
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