“Ad oggi” – come segnala il CEAS di Imola – “la Riserva Naturale del Bosco della Frattona è ancora chiusa il pubblico, anche se, in questi giorni, sono in corso i lavori per ripristinarne la frubilità”.
C’è la fiducia affinché nel breve periodo il bosco possa riaprire al pubblico.
L’ordinanza del Sindaco Panieri del 31 maggio scorso disponeva la chiusura del parco per motivi di sicurezza, dal momento che il pericolo di dissesto e smottamenti costituisce un rischio per la pubblica incolumità e rende necessario un intervento urgente cautelativo volto a consentire le verifiche tecniche sullo stato dei luoghi per la relativa messa in sicurezza.
LA RISERVA
Il Bosco della Frattona è situato lungo la valle del torrente Correcchio ed è una preziosa testimonianza dell’antico paesaggio della prima fascia collinare. Sullo sfondo alla recente espansione urbana, il compatto manto boscato della Frattona conserva un buon grado di naturalità. Il substrato peculiare che caratterizza l’area è geologicamente denominato sabbie di Imola, dette nell’Ottocento “sabbie gialle” per la presenza di ossidi di ferro, formatesi in mare circa un milione di anni fa e che hanno restituito interessanti fossili di animali e piante. Giuseppe Scarabelli, antesignano della geologia italiana, a partire dal 1840 indagò il territorio e rinvenne preziosi reperti comprendenti resti di grandi mammiferi terrestri e utensili del Paleolitico inferiore, oggi conservati a Imola nel museo dedicatogli.
Storicamente questo territorio fu sotto il controllo dei vescovi per secoli, poi appartenne alle famiglie nobili locali fino a gran parte del Novecento, che ne preservarono il bosco, ed infine al comune di Imola. Buona parte del bosco che ricopre il versante destro della valle, è costituito da un querceto misto ben stratificato e mesofilo, composto in prevalenza da roverelle, roveri e ibridi tra le due specie, oltre che da cerri, aceri campestri, ciavardelli, ornielli, carpini bianchi e neri. Nel sottobosco è diffuso il pungitopo e in primavera fioriscono erbacee nemorali precoci. Questa copertura vegetale di antica origine, con alcuni vecchi castagni impiantati in passato a scopo produttivo, è interrotta, soprattutto ai margini della riserva e nelle aree pianeggianti lungo il Correcchio, da coltivi abbandonati dove oggi domina la robinia, a tratti ricolonizzato da arbusti spontanei. La copertura del bosco offre rifugio anche alla fauna, tra cui spiccano per importanza biologica i chirotteri e i picchi. In più punti della riserva sono in corso interventi di miglioramento della vegetazione, con introduzione di specie arboree e arbustive tipiche.