La ciclovia del Santerno con la piena ha subito ingenti danni come molte foto possono mostrare in maniera inequivocabile.
Nei pressi di San Prospero la violenta fiumana ha eroso gli argini e parte del percorso stesso della Ciclovia. In Vallata altri cedimenti si sono verificati per via delle frane: anche prima dell’alluvione avevamo segnalato la presenza di massi caduti sul percorso a Fontanelice, nei pressi di Gaggio.
Adesso Area Blu e Comune redigeranno il documento con cui chiedere l’importo al Governo che servirà a coprire il ripristino della ciclabile, che si attesta, con le prime stime, attorno a 1 milione e 500 mila euro.
L’opera, ricordiamo, non costò poco:
ANALISI DEL PERCORSO
Sappiamo che si snoda per ben 44 km e fino a Borgo Tossignano prosegue abbastanza tranquillamente: la pista si sviluppa su un percorso bello ma talvolta mancano le indicazioni. In alcuni punti bisogna è necessario spostarsi sulla strada.
Fino a Borgo Tossignano la situazione della sicurezza è accettabile ma poi peggiora fino ad arrivare a dei punti come Gaggio con forte pendenza: il fondo è molto, molto ghiaioso, il percorso diventa quindi insidioso e pericoloso. Se uno vuol fare il fuori sella, che ti consenta ti affrontare le salite più facilmente, col fondo ghiaioso si fa fatica. E nelle discese con ghiaia di pezzature inidonea c’è il rischio di sbandare. I cartelli non sono dappertutto e ci sono punti equivoci. Non è chiaro a volte quale cavedagna si deve percorrere e si rischia di finire a casa di qualche contadino. Andrebbe segnalata meglio. Mancano i punti di riferimento e i ristori.
L’idea rimane buona per il turismo, considerando che oggi il cicloturismo attira molte famiglie.
I GUADI
Ci sono 3 guadi percorribili soltanto con il livello dell’acqua basso, sprovvisti di corrimani o funi. Consideriamo che si possono formare alghe e mucillagine sulle pietre e rendere scivolosi i massi. Tanti con le mountain-bike indossano scarpe con attacchi e in questo modo non si ha grande presa col fondo. Anche la suola in gomma delle scarpe tradizionali è scivolosa.
Il progetto è stato presentato come idoneo alle famiglie ma non lo è: basti pensare a quanto è stretta.Ad esempio quando si incrocia un’altra bicicletta proveniente in senso opposto. Consideriamo che per quel tipo di ciclismo si sta accoppiati, per fare due chiacchiere, ma così non è possibile. Anche a manutenzione del verde non va trascurata, evitando troppo spesso che si presentino alte erbacce ai lati con lo spiacevole sfregamento dei rovi sulle braccia. È indubbiamente fonte di reale turismo ed è frequentatissima da imolesi e abitanti in Vallata. Ora, con i fondi per la ricostruzione di quest’opera, potrebbe essere un’occasione utile ad apportare tutte queste migliorie.