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SANTERNO, PIENE E GUAI DEL “FURENTI VATRENUS”

Le piene e le rotture degli argini del fiume Santerno scandirono anche gli ultimi secoli: per lo meno quelle conosciute – come dal 1679 al 1778 – in cui il “furenti Vatrenus” ruppe gli argini in ben 14 occasioni. Un’altra alluvione si verificò nel 1959: il Santerno ruppe a Santa Maria in Fabriago, allagando le campagne di San Patrizio, Conselice e Massa Lombarda. Conselice si allagò per il 40% del suo territorio: infatti, dopo la guerra non si era provveduto a risistemare gli argini danneggiati dal conflitto. Le conseguenze furono tragiche per le campagna ma l’enorme massa d’acqua fu fermata provvidenzialmente a soli 500 metri dal centro storico, non superando l’alta massicciata della ferrovia locale.

Questa è la preziosa testimonianza di Alessandro Pasquali, la cui famiglia visse direttamente la rotta del fiume fra Cà di Lugo e San Lorenzo.

“Il 5 dicembre 1959 il Santerno infollì. Sin dal mattino una piena eccezionale, spaventosa, metteva gli argini a dura prova. Nelle primissime ore del pomeriggio si comprese che non avrebbero retto. O di qua, o di là, sarebbe avvenuto l’irreparabile. Si ripeterono le scene dello sfollamento non verso altri siti, ma verso i piani superiori delle case. Quel pomeriggio tra gli abitanti della riva destra e quelli della riva sinistra entrò in vigore l’antichissimo “mors tua, vita mea”.

Alle ore 17,38 di quel pomeriggio di un giorno da cani, salta l’argine sinistro (a pochi metri dal Mulino Quercioli). San Lorenzo si salva, ma dalla parte opposta i danni arrecati dalla enorme massa d’acqua sono rilevanti. Fortunatamente non succede nulla alle persone.”
Davanti a questa casa passò la fiumana che fuoriusciva dal letto del fiume in quel terribile pomeriggio di dicembre. La rotta dell’argine era impressionante.
Se i danni causati dalle piene in pianura sono stati importanti, non da meno sono state quelle in collina: dal 1500 si sono verificate inondazioni il 15 settembre 1557, 1654, 13 ottobre 1756, 1851, 10 aprile 1950. In appennino erano frequenti le fiumane: proprio l’etimologia del toponimo di Casalfiumanese è spiegata dal fatto che sorse in corrispondenza dello sbocco della fiumana.

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