Al via il restauro del monumento “Rampante” dell’artista Armand Pierre Fernandez, noto come Arman, posto all’ingresso dell’Autodromo Internazionale “Enzo e Dino Ferrari” di Imola. Questa mattina, infatti, è stato montato il cantiere per l’avvio dei lavori.
La storia del monumento – Il Comune di Imola, insieme con Franco Calarota, fondatore della Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., di Bologna, in accordo con la Sagis (società che allora gestiva l’autodromo) commissionò ad Arman un monumento dedicato alla Ferrari. “Rampante”, questo il titolo dell’opera, è un assemblage di cinque metri di altezza di una pila di repliche in bronzo della Ferrari F40, il primo monumento dedicato alla vettura della Casa di Maranello. La stessa Ferrari diede ad Arman il colore rosso originale per dipingere il monumento.
Realizzata nel 1999, l’opera venne inaugurata il 30 aprile di quell’anno, in occasione del Gran Premio di F.1 che si corse domenica 2 maggio, alla presenza, fra gli altri, di Arman, Bernie Ecclestone, Jean Todt, Piero Lardi Ferrari, dell’allora sindaco di Imola Raffaello De Brasi, dell’allora presidente della Sagis (società che gestiva l’autodromo), Federico Bendinelli e di Franco, Roberta e Alessia Calarota. La domenica successiva, il 2 maggio 1999, Michael Schumacher e la Ferrari vinsero il Gran Premio di San Marino.
Il restauro è stato affidato a Giacomo Perna, di Roma e a un suo collega. Si tratta di due restauratori con laurea magistrale conseguita all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma (ISCR): uno specializzato nel restauro dei monumenti in metallo e lega, uno specializzato nel restauro dei materiali e manufatti contemporanei. Nel progetto di intervento di restauro, Perna illustra sia le tecniche con cui l’opera è stata realizzata, sia lo stato di conservazione che le modalità di restauro.
“L’intervento di restauro viene realizzato direttamente in loco poiché il bene è considerato inamovibile; le saldature presenti che collegano ogni elemento costitutivo non possono essere svincolate poiché arrecherebbero danni alla materia costitutiva originale creando scompensi conservativi” spiega Giacomo Perna.
Avviato oggi con l’allestimento del cantiere, ad opera della “Mento ponteggi srl”, che è la ditta esecutrice del montaggio, l’intervento avrà una durata di poco meno di due mesi, in modo da poter riconsegnare il monumento completamente restaurato prima del Gran Premio di F.1 del prossimo 19-21 maggio 2023.
Il costo complessivo è di 36 mila euro (più Iva), che sarà sostenuto da Formula Imola e da alcuni sponsor.
Le dichiarazioni
“Il restauro del monumento, atteso da tanto tempo, da cittadini, appassionati finalmente parte. Anche il Consiglio comunale, attraverso una mozione presentata dal Gruppo Imola Corre, si è espresso in merito. Dopo il “semaforo verde” della Fondazione Arman, a cui fanno capo tutte le opere dello scultore francese scomparso, si è partiti con le procedure di affidamento. Abbiamo studiato con i tecnici il metodo migliore per questo lavoro, non facile perché dovrà riportare alla luce il colore rosso Ferrari delle origini. Siamo però molto contenti di poter mostrare il monumento restaurato in tempo per il Gran Premio 2023” commentano il sindaco Marco Panieri e l’assessore all’Autodromo, Elena Penazzi.
Da parte sua Pietro Benvenuti, direttore Autodromo spiega: “il monumento di Arman è uno dei simboli dell’Autodromo, e così, insieme all’Amministrazione Comunale, ci siamo attivati per ottenere le necessarie autorizzazioni ad intervenire sull’opera. Grazie a due restauratori laureatisi presso l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma, la scultura sarà riportata alla sua colorazione originale e vuole essere un omaggio che vogliamo fare alla cittadinanza ed a tutti i turisti che verranno a visitare l’Autodromo proprio nel 70° dalla nascita del Circuito”.
Tecniche esecutive – Per quanto riguarda le tecniche esecutive, il monumento è costituito da sezioni longitudinali di modelli Ferrari F40 realizzate in fusione dalla fonderia d’arte Del Chiaro, di Pietrasanta (Lucca), che due anni prima aveva collaborato con lo scultore Stefano Pierotti autore del monumento “a Ayrton Senna”, inaugurato nel parco delle Acque Minerali il 26 aprile 1997.
“Ogni sezione si sviluppa in 140 cm di lunghezza e 31 cm di larghezza. Ogni macchina è quindi costituita da due sezioni collegate tra loro grazie ad un vincolo metallurgico. Il materiale costitutivo è il bronzo; la cromia è data dalla presenza di vernice rossa per la parte di carrozzeria delle macchine e dal colore naturale del bronzo (color simil oro) per gli pneumatici, finestrini e parti accessorie, mentre le parti incise e sotto livello originariamente erano state lasciate leggermente più scure sfruttando l’ossidazione del metallo al fine di aumentare l’effetto prospettico e di tridimensionalità. Le aree di metallo lasciato a vista sono poi state coperte e protette da uno strato di vernice trasparente” riporta il progetto, che aggiunge “le sezioni di automobili vincolate l’una all’altra sono state poi saldate ad una piattaforma in metallo che è stata a sua volta inglobata all’interno di un basamento di cemento direttamente sul luogo di giacitura. Il monumento si estende per un’altezza di 5,5 metri e una larghezza di 3,8 m”.
Stato di conservazione – Per quanto riguarda lo stato di conservazione, Giacomo Perna, evidenzia: “il monumento presenta uno stato di conservazione strettamente legato agli agenti atmosferici che agiscono direttamente sui materiali costitutivi. Il peggior stato di conservazione si riscontra per le vernici rosso Ferrari e trasparente posizionate sulle superfici metalliche. L’alto valore di dilatazione del metallo regolato dall’esposizione ai raggi solari, e l’azione di quest’ultimi sulle vernici stesse, hanno comportato la rimozione, l’incrudimento e la depolimerizzazione delle vernici, questo ha comportato la perdita di materiale, il viraggio cromatico, la perdita di lucentezza e il caratteristico fenomeno di sollevamento della pellicola pittorica”.
Non va meglio alle superfici metalliche, al di sotto dello strato di vernice, che “presentano un fenomeno di ossidazione superficiale differenziale. L’ossidazione, infatti, partendo dai punti di maggior degrado della vernice, ha colpito in maniera disomogenea il metallo creando macchie e colature particolarmente deturpanti l’immagine complessiva del monumento. Le zone di maggior ossidazione con punti di corrosione attiva del metallo si hanno nelle aree di sotto livello del modellato, punti in cui si verifica il maggior ristagno di acqua”.
Danneggiamenti si riscontrano anche nel basamento in malta cementizia, con anche fessurazioni.
Intervento di restauro – “L’intervento di restauro è volto al ripristino della stabilità del metallo e delle caratteristiche estetiche del monumento” sottolinea Giacomo Perna, che spiega: “considerando le caratteristiche storiche dell’opera e lo stato di conservazione estremamente precario delle vernici, proponiamo la completa rimozione dei lacerti di vernice rimasti. A seguito della completa rimozione delle vernici si procederà alla rimozione delle aree di ossidazione del metallo. Tutte le superfici metalliche saranno sottoposte a trattamento di inibizione al fine di rallentare maggiormente la possibilità di innesco di fenomeni di Ossidazione”. Per quanto riguarda il ripristino della cromia dell’opera, Perna conferma che “saranno utilizzate vernici in accordo cromatico con l’originale e che garantiscano la maggior durate temporale di intervento”. L’applicazione della vernice color rosso Ferrari potrebbe avvenire con l’aerografo e comunque con più stesure “fino al raggiungimento della cromia/effetto desiderato e della migliore protezione del metallo creando un vero e proprio sistema di vernici”. Perna chiarisce che “la metodologia e i prodotti utilizzati potranno essere indicati con precisione solamente a seguito di test preliminari che saranno sottoposti alla committenza in modo da scegliere la metodologia più corretta ed ottimale”.
L’intervento prevede anche il ripristino delle fessurazioni presenti sul basamento in malta cementizia, la rimozione dell’attacco biologico e il consolidamento della materia per ovviare al fenomeno di decoesione.
Alla fine dell’intervento sarà redatta una relazione tecnica finale e consegnata a Formula Imola insieme alla documentazione fotografica e un video esplicativo dell’intervento di restauro.
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