IMOLA. Carabinieri della Stazione di Fontanelice hanno arrestato un 20enne imolese per maltrattamenti in famiglia, violazione del divieto di allontanamento dalla casa familiare e violazione di domicilio aggravato.
È successo a Imola, alle ore 18:30 del 19 gennaio scorso quando i Carabinieri hanno ricevuto la telefonata di una donna, 48enne tunisina residente in città, la quale chiedeva aiuto perché il figlio, già gravato da un provvedimento del G.I.P. del Tribunale di Bologna emesso lo scorso mese di dicembre, era entrato nell’appartamento contro la sua volontà e quella del marito, danneggiando la porta di ingresso fino a sfondarla completamente. All’arrivo dei Carabinieri il ragazzo si era rifugiato nella sua ex camera da letto, asserendo che non avrebbe lasciato l’appartamento perché non aveva altra soluzione alloggiativa, nonché di essere altresì irritato per il comportamento dei genitori che lo avevano cacciato via da casa.
Il precedente provvedimento cautelare, già violato in altri due episodi, avvenuti rispettivamente la fine dello scorso anno e la notte tra il 16 e 17 gennaio u.s., nasce a seguito delle numerose azioni che il 20enne, celibe, disoccupato con precedenti penali, nei confronti dei propri genitori conviventi. Gli stessi venivano abitualmente aggrediti e minacciati, vivendo in condizioni di costante terrore. In più occasioni il figlio aveva sottratto oggetti all’interno dell’abitazione e minacciato di morte il padre, arrivando almeno in una circostanza a fargli credere che lo avrebbe ucciso, brandendo tra le mani un coltello da cucina. Le intimidazioni, le liti e gli insulti erano continui e sempre per motivi economici.
Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, il 20enne è stato associato alla casa circondariale in attesta dell’udienza di convalida.
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