Dozza. “Il giudice ha riconosciuto l’insussistenza del fatto, come chiesto dalla difesa, in quanto la condotta della imputata doveva essere considerata quale esercizio del diritto di critica e non diffamazione ai danni degli amministratori”, riassume così la sentenza di primo grado, l’avvocato Barone difensore di Julia Porcellini.
La consigliera di “Articolo Uno”, esponente della lista d’opposizione “Insieme per Dozza”, aveva apertamente criticato l’amministrazione comunale, con un post pubblicato su Facebook, nel quale affermava che componenti della attuale amministrazione avevano parenti in una tra le associazioni più attive del paese, discutibile circostanza determinata dall’aggiudicazione di diversi bandi pubblicati dallo stesso comune di Dozza. – “La Porcellini ha detto la verità” – prosegue il legale – “perché la critica concerne le decisioni dell’amministrazione riguardo l’organizzazione delle attività culturali del borgo”.
Da stigmatizzare è, forse, la scelta della giunta che, anziché discuterne in consiglio comunale o in pubblica piazza, ha dimostrato di avere la querela un po’ troppo facile, scegliendo di portare in giudizio la consigliera e tutti coloro che che avevano commentato e messo il like al post, per una questione meramente politica.
È forse questa la politica?
Scomodare la giustizia per ottenere un risultato senza senso?
Tra l’altro, a seguito di una querela avanzata da sindaco, vice-sindaco, presidente del consiglio comunale ed assessori, Julia Porcellini era stata inizialmente condannata con decreto penale alla ammenda di euro 500 dal giudice per le indagini preliminari, a cui si è poi opposta per giungere alla piena assoluzione di questi giorni.
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