“Casalfiumanese, lupi sventrano le sette capre nel Podere Monte di Sopra.” “Conselice,lupi si avvicinano alle case facendo man bassa di oche all’interno di un’azienda agricola”. “Sant’Agata Sul Santerno, lupi sbranano cagnolino nel giardino di una casa.” “Bagnara, vicino al centro storico sbranato un cagnolino e galline nel giardino di un’abitazione.” Sono i titoli dei giornali delle ultime settimane, in merito ai numerosi attacchi di lupi nel nostro territorio.
Nonostante i campanelli d’allarme dell’anno scorso, la Regione Emilia Romagna non si è ancora espressa sul da farsi, ora che questi animali, a cui le nutrie evidentemente non bastano (come era prevedibile) hanno iniziato a far man bassa di animali domestici. I lupi sono animali protetti, ma quando la sicurezza nei poderi e nei giardini delle nostre case non è più garantita il problema può diventare molto serio. Non è chiaro cosa si voglia ancora aspettare se non pensare a controllare il fenomeno prima che sia troppo tardi; sarebbe opportuno non arrivare al punto di non ritorno, come avvenne anni fa col sovrappopolamento del cinghiale, che venne catturato (ed ucciso) in un maniera talmente inaudita che solo al pensiero viene voglia di fare la rivoluzione. Se la politica è assente su queste importanti tematiche di controllo faunistico, nulla può partire: occorre un censimento subito, in modo da mappare il numero e la posizione di questi animali: Coldiretti ha già dato ampiamente l’allarme “Forse che la presenza del predatore nella bassa Lughese vada finalmente presa un poco più sul serio:la crescente proliferazione della fauna ha generato uno squilibrio ambientale con uno sconfinamento da boschi e colline sino alle pianure che ha innescato la migrazione del lupo, il quale ora, per istinto e necessità, ha ampliato il suo raggio di caccia spingendosi sino nell’entroterra e anche in zone densamente abitate.” Nonostante i veterinari abbiano ampiamente accertato che si tratti di lupi – come il caso del podere di Casalfiumanese, dove hanno sventrato 7 capre –