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IL MISTERO DELLA STELLA DI GRAZ

Terza parte
“La Stella di Graz
i racconti di Marcello Tarozzi
QUI LA 1a PARTEQUI LA 2a PARTE)

Quel coniglio bianco stava davvero camminando per le strade di Graz, ne era certa, e si
stava dirigendo verso l’Uhrturm. Olivia aveva percorso migliaia di volte la scalinata che
portava alla torrre dell’orologio e per lei non fu un problema seguire quella strana creature
che alternava balzi ai passi su due zampe.
La cosa strana è che nessuno faceva caso a quel coniglio con il panciotto e l’orologio,
come se fosse in grado solo lei di poterlo vedere. Eppure era pochi passi davanti a lei.
Quando giunsero sulla sommità della collina che dominava la città e che ospitava da
secoli l’Uhrturm, il coniglio si fermò e cominciò a sbattere la zampa (piede?) destra
nervosamente contro il terreno.
<<E’ tardi! E’tardi!>> quasi gridò questo ad un certo punto.
Olivia, la cui curiosità esigeva di essere appagata, si avvicinò al coniglio bianco.
Olivia si fece infine coraggio e gli chiese: <<Chi sei?>>

<<La città è perduta!>> gridava qualcuno.
<<Dobbiamo abbandonare Graz, le truppe del re di Baviera arriveranno presto e
uccideranno tutti!>> gridava qualcun altro.
Il Borgomastro, che fino a quel momento non aveva mai affrontato qualcosa di diverso
dalla gestione dei propri affari personali, non aveva idea di cosa fare.
Ad un certo punto qualcuno gridò: <<La Stella di Graz ci ha abbandonati e non ci protegge
più>>. Non si seppe mai con certezza chi avesse pronunciato quella frase, ma essa, in
quel panico generale, ebbe l’effetto di risvegliare qualche coscienza.
<<Dobbiamo trovare la Stella! Così salveremo noi stessi e la città>> cominciarono a
gridare tanti cittadini dalla folla. Presto un coro unanime di voci iniziò a chiedere di trovare
la Stella di Graz.
Il Borgomastro, che non aveva una soluzione da proporre alla folla e che temeva che
esprimere un’opinione contraria avrebbe portato al suo linciaggio, disse che si doveva
scegliere una persona degna di tale impresa e chi voleva proporsi poteva farlo
volontariamente.


Ma, come spesso capita, anche se erano stati in tanti a invocare questa soluzione,
nessuno si propose, all’infuori di un giovane.
Quel giovane si chiamava Peter ed era un apprendista maniscalco dal cuore puro; uno dei
pochi in una città che era caduta progressivamente preda della cupidigia.
E così il giovane ricevette l’incarico di trovare in breve tempo la Stella di Graz e di
riportarla in città per salvarla dall’imminente catastrofe.
Con l’esercito bavarese alle porte non restava molto tempo, ma Peter era fiducioso di
trovare la donna. Una volta partito, si diresse verso le montagne dove, il suo cuore ne era
sicuro, l’avrebbe trovata.

Il Coniglio bianco volse lo sguardo verso Olivia, ma non le rispose.
<<E’ tardi! È tardi!>> continuò a ripetere.
Olivia formulò nuovamente la domanda ma senza risultato, quello si limitava a guardare il
suo orologio e a sbattere la zampa sul terreno ripetendo ossessivamente quelle parole.
La torre dell’orologio era là, bella e imponente come sempre.
Inaspettatamente il coniglio bianco si diresse verso l’Uhrturm e, come se fosse la cosa più
naturale del mondo, entrò nella torre da una piccola porta che, a onor del vero, Olivia non
aveva mai notato fino a quel momento.

Cosa poteva fare? Olivia decise allora di continuare a seguire quello strano coniglio e così
anche lei entrò attraverso quella piccola porta.

Peter raggiunse le montagne. Sapeva che non sarebbe stato facile, ma il suo cuore gli
continuava a dire che avrebbe trovato la Stella.
Dopo molte ore di cammino si imbatté in una raduna, dove decise di accamparsi per la
notte.
Quella sera accese un fuoco per scaldarsi e per tenere lontane le fiere, e a causa della
grande stanchezza, si addormentò quasi subito.

Olivia percorse un lungo e stretto corridoio. Come poteva esserci quel corridoio all’interno
della torre dell’orologio? Era impossibile, pensò. Ma, anche se era impossibile, lo stava
davvero percorrendo seguendo un coniglio che parlava e portava un orologio da tasca.
Finalmente, dopo un tempo che non sarebbe stata in grado di definire, arrivò alla fine del
corridoio. Una volta uscita, Olivia si ritrovò in un bosco, nel mezzo di una radura.
Proprio una radura in un bosco. Non sapeva dare una spiegazione a tutto ciò. Del coniglio,
nel frattempo, aveva perso le tracce.
Si trovava in un bosco, dopo avere seguito un grosso coniglio parlante, e ora, per di più, si
trovava sola. La porta da cui era uscita non c’era più.

Quando Peter si svegliò, era ormai mattina inoltrata. Dopo avere mangiato qualcosa per
mettersi in forze , si rimise in viaggio.
Aveva iniziato da poco il suo cammino quando, dall’altra parte della radura, vide una
figura; quando si avvicinò vide che si trattava di una donna e che non era una donna
qualsiasi. Il suo cuore, che come sappiamo era puro, aveva capito che forse aveva trovato
quello che cercava.

Olivia non era preda della paura, sentiva anzi di conoscere quella terra, che non le era
estranea. Fu così che, quando incontrò un giovane dal viso bello e pulito, non provò timore
né tentò di fuggire. Il ragazzo le spiegò che la stavano cercando e che la città aveva
ancora bisogno della sua Stella e del suo canto così puro. Non c’era tempo da perdere
perché un grande esercito stava per attaccare Graz e molte persone avrebbero perso la
vita.
Olivia sentì che doveva andare col ragazzo, sentì che quella era la cosa giusta da fare,
come nelle migliaia di storie che aveva inventato mentre era sulla collina dove si trovava
l’Uhrturm. Sentiva che forse poteva fare quello per cui si sentiva nata. Era pronta. E lei
faceva parte di Graz, apparteneva a quella città, lo sapeva fin dal principio.

Quando Peter tornò a Graz con Olivia, molti cittadini si stupirono del fatto che fosse
riuscito a ritornare con quella che lui affermava essere la Stella.
<<Come possiamo sapere con certezza che questa donna sia la Stella?>> gli chiesero. In
effetti Peter non aveva con sé alcuna prova concreta del fatto che lei fosse la Stella di
Graz.
Come sapete ormai da moltissimo tempo la Stella non usciva dalla sua stanza nel palazzo
del Comune e così nessuno poteva realmente conoscerne le reali fattezze.
<<Vi dico che questa donna è la Stella, lo sento nel mio cuore>> ribadì con decisione
Peter.

<<Provalo!>> gli gridarono.
Il Borgomastro, che fino a quel momento non aveva parlato e che era scettico, disse che
se non fosse stata provata l’identità della Stella, sarebbe stato necessario organizzare al
più presto la fuga dalla città.

Quando le chiesero di provare chi realmente lei fosse, Olivia non ebbe, e se ne stupì
anche lei, alcuna esitazione.
Come se fosse stata la cosa più naturale del mondo, iniziò a cantare. E cantò con una tale
dolcezza che ogni cittadino, anche il più scettico nei suoi confronti, non poté che ascoltare
estasiato quella voce. Era un canto così delicato e profondo che sembrava provenire da
un altro universo o da un altro tempo; quella bellezza, pura e unica, toccò i cuori dei
cittadini di Graz.
Non si vedeva ormai da secoli una creatura così pura in quella città. Una luce che
originava dal corpo di Olivia abbagliò migliaia di occhi nella folla. Non c’erano più dubbi,
era lei la Stella di Graz. Se era tornata forse aveva perdonato i cittadini per avere
dimenticato i valori su cui avevano edificato quella città. Forse avevano ricevuto il dono di
una seconda possibilità e li avrebbe protetti ancora.
In ginocchio il Borgomastro e tutti i cittadini le chiesero perdono per averla dimenticata e
per avere lasciato spazio nei loro cuori alla cupidigia.

Olivia, che d’ora in avanti chiameremo, come d’altronde si era in realtà sempre chiamata,
Stella di Graz continuò quel canto celestiale. Un cuore puro, quello di Peter il maniscalco,
aveva riportato la Stella a Graz e lei aveva deciso di perdonare quella città.
L’esercito del re di Baviera, e gli storici non seppero mai spiegare chiaramente il motivo, si
dissolse a pochi chilometri dalla città di Graz. I soldati semplicemente fuggirono senza
combattere senza alcuna reale ragione.

Per celebrare quell’avvenimento la città decise di fare edificare una torre con un grande
orologio, l’Uhrturm, così che le generazioni future potessero ricordare quale era l’origine
della fortuna della città. L’Uhrturm avrebbe ospitato per sempre la Stella.
Ancora oggi c’è chi dice che all’interno della torre vi sia la Stella di Graz che protegge la
città.

La prossima settimana la prima parte del racconto ambientato ad Eindhoven

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