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IL FLAUTO ‘MAGICO’ DI MASSIMO MERCELLI CHE INCANTA I PIÙ GRANDI

“Nemo propheta in patria”, diceva qualcuno. Non è il caso del Maestro Massimo Mercelli, il flautista che al mondo che vanta le più importanti dediche e collaborazioni con i maggiori compositori: anche a Imola è infatti conosciutissimo. Grazie ad Emilia Romagna Festival, forse la sua creazione più importante (di cui è Presidente), ha riportato in auge la musica classica anche sul Santerno, oltre che in tutta la Regione tra un sold-out e l’altro.
E pensare che dalla nostra città, Mercelli, partì all’età di 14 anni  per studiare al conservatorio Giovanni Battista Martini, a Bologna, diplomandosi col massimo dei voti; a 19  diventa docente e primo flauto al Teatro La Fenice di Venezia e nel frattempo  inizia a suonare regolarmente nelle maggiori sedi concertistiche del mondo: Carnegie Hall di New York, Teatro alla Scala, Filarmónica di Berlino,Herculessaal e Gasteig di Monaco, Mozarteum di Salisburgo, Teatro Colon di Buenos Aires, Concertgebouw di Amsterdam, Auditorium RAI di Torino, Victoria Hall di Ginevra, San Martin in the Fields e Wigmore Hall di Londra, Parco della Musica di Roma, Filarmonica di San Pietroburgo, Filarmonica di Varsavia, sono le piu importanti. L’11 settembre 2006 ha suonato presso l’auditorium dell’ONU, a New York. Nell’agosto 2008 si è esibito come solista nella prima assoluta della cantata di Ennio Morricone “Vuoto d’anima piena” diretta dal compositore stesso. 

Direttore artistico e fondatore dell’Emilia Romagna Festival, dal 1998 ha fatto parte come membro del CDA e poi per tre mandati vice presidente della prestigiosa European Festival Association. È stato per due volte premiato dalla commissione EU e dal ministro francese della cultura per i suoi meriti a sostegno della musica. 

Gli ultimi importanti progetti Dal 2021 ha dato vita a un tourneè con l’eclettico John Malkovich, “The Music Critic” , inedito viaggio attraverso le più grandi stroncature del mondo della musica, Un spettacolo che offre le più grandi composizioni della storia della musica classica abbinate alle reazioni iniziali, inaspettate, che quelle opere hanno suscitato in critici musicali di fama mondiale. 
Intanto, per i prossimi mesi, Mercelli ci ha svelato che è in cantiere anche un importante collaborazione col maestro Nicola Piovani.

Buongiorno signor Mercelli, di cosa si tratta
 la collaborazione con Piovani?
“Si tratta di tre concerti per flauto ed orchestra, a me dedicati, che verranno eseguiti in prima mondiale con l’orchestra de I Solisti Veneti” Piovani, dopo Bacalov e Morricone, è il terzo premio Oscar che scrive per me, oltre ai celeberrimi Maestri Penderecki, Gubaidulina, Glass, Nyman.”

Lei è il creatore di Emilia-Romagna Festival, una kermesse ormai diventata un biglietto da visita per il territorio della nostra Regione, qual è il riscontro reale? 
“Come Emilia-Romagna Festival siamo presenti in una ventina di città. Devo constatare  che abbiamo tanto pubblico, anche nella stessa Imola c’è una bella ricaduta di ascoltatori e una bella risposta da parte degli sponsor. Il successo, in festival come questi, lo fa il pubblico. Certo, è anche vero che a Imola siamo fortunati ad avere un pubblico competente. 
Lei, entro la fine dell’anno raggiungerà la pensione come docente al Conservatorio Giovan Battista Martini di Bologna, sarà un’occasione per concentrarsi maggiormente sull’attività concertistica?
Sarà un’opportunità per curare maggiormente le attività che ho in corso, il concertismo, il posizionamento dell’ERFestival,  l’istituto musicale Masini di Forlì che sta diventando Fondazioneme e le future attività primaverili ed invernali in Romagna.
Emilia Romagna Festival è una delle manifestazioni musicali più importanti del panorama musicale del nostro territorio e nazionale. Ne esistono altre come questa in Italia e, le piacerebbe esportare questo brand anche al di fuori dell’Emilia Romagna?

Il sistema di rete che abbiamo ideato anni fa si basa non solo su una rete regionale ma anche su una nazionale ed internazionale che generano un circolo virtuoso. Giusto per dare una idea sulla dimensione raggiunta noi siamo stati i primi a portare Roberto Bolle in Cina, anche grazie al rapporto di fiducia e collaborazione che da anni abbiamo  col governo cinese.

Qual è stata l’esperienza più formativa della sua carriera professionale? 

Tante sono state, i concerti alla Filarmónica di Berlino e Vienna, la Carnegie Hall e l’ONU a New York è quello alla Scala in occasione dei miei 60 anni sono tra le tappe che porto volentieri nel cuore. Sono felice per la fortuna e il privilegio di essere riuscito a fare questo lavoro, ma forse però le  esperienze meno positive sono state quelle che più mi hanno insegnato che fare e cosa non fare.

Cosa significa per un musicista suonare con Ennio Morricone? Forse, il momento dove si può dire “ce l’ho fatta, oppure, come spesso capita, è stato talmente alto il sacrificio per arrivare a quel punto che se lo sarebbe aspettato ?
“Suonare con Ennio, musica scritta da lui per me, è stato facile, un privilegio ed un piacere, così come lo continua ad essere quando eseguo la sua musica e quelle degli altri compositori che mi hanno  dedicato le loro musiche,  “ cucendole ”, in un certo senso, sulle mie caratteristiche artistiche.”

Che tipo di disciplina si apprende frequentando un conservatorio, in particolare studiando uno strumento a fiato?

La disciplina , se la apprendi ed hai la possibilità di fare il musicista, non ti deve lasciare per tutto il tuo percorso, deve essere la tua ombra ed accompagnarti, nell’arte e nella vita.


“The Music Critic” è stato un incredibile successo: Malkovich sembra un personaggio eclettico e vulcanico: che impressione le ha fatto all’inizio aver l’occasione di lavorare con lui e poi, una volta conosciuto, che attore e uomo ha trovato alla fine del percorso? 

 “Malkovich incarna l’artista in perenne ricerca, usa la voce come se suonasse uno strumento, e dal vivo è più intrigante e carismatico che nei film; perfezionista ed attento ai dettagli, è semplice e naturale suonargli accanto e condividere musica e parole.

 “Chiudo questa intervista con una chiosa riguardante  il detto “Nemo propheta in patria”con cui lei inizia e riguardo al quale non sarei poi tanto d’accordo”

“VUOTO D’ANIMA PIENA” CON ENNIO MORRICONE

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