Salman Rushdie, scrittore e saggista indiano, è stato recentemente aggredito durante una conferenza nello stato di New York. È l’ennesimo attentato nei confronti di persone che hanno ricevuto la “fatwa” , ovvero la condanna a morte da parte della guida suprema iraniana.
L’aggressione di Salman Rushdie potrebbe avere come movente la richiesta di uccisione da parte dell’ayatollah Khomeini. Rushdie venne infatti condannato a morte per la scrittura del testo “I versi satanici”, pubblicato nel 1988. Il libro contiene una rivisitazione in chiave satirica dell’islamismo.
Stessa sorte per moltissimi traduttori del testo, come l’italiano Ettore Capriolo, accoltellato nel 1991, per il quale chiederemo, con una mozione, di essere ricordato attraverso l’intitolazione di un luogo pubblico della nostra città.
Riccardo Sangiorgi, segretario della sezione imolese della Lega, ci scrive per commentare questa drammatica vicenda, che vede gli ayatollah iraniani i primi a diramare la condanna a morte nei confronti di Rushdie scrittore, poco dopo la pubblicazione de “i versetti satanici” nel 1989. Alla morte di Kohmeini la fatwa venne rinnovata altre volte dai successivi regimi iraniani.
“Come sappiamo Imola ha un Patto di collaborazione con Ardakan, città di confino iraniana.” introduce il leghista “e nonostante le proteste della Lega e di tutta l’opposizione, questa amministrazione ha deciso di mantenere in vita questo vergognoso Patto.”
Sangiorgi, proprio per questo motivo ritiene “necessaria una presa di posizione coraggiosa da parte del Sindaco Panieri su questa vicenda. Invece c’è stato solo un silenzio imbarazzante da parte di tutta la maggioranza.”
Cosa dovrebbe fare secondo lei l’amministrazione comunale?
“Crediamo sia necessario che la Giunta imolese convochi immediatamente un incontro con la delegazione iraniana per condannare fortemente la posizione dell’Iran, che si è appena augurata che lo scrittore “tiri le cuoia”.”
E il patto di collaborazione?
“La scelta migliore è quella di stralciare questa sorta di gemellaggio mascherato, ma come abbiamo visto il PD preferisce fare gli interessi di qualche lobbista locale
Con la Lega al governo di questa città, questo folle gemellaggio verrà immediatamente stralciato. I diritti umani, tanto celebrati dal PD, sono stati abbandonati. A Imola contano di più gli interessi economici di una certa “élite”.”
LA VICENDA
Salman Rushdie, lo scrittore anglo indiano accoltellato venerdì 12 agosto da Hadi Matar, 24 anni, durante il suo intervento ad un festival letterario nello Stato di New York, è fuori pericolo di vita, sebbene i postumi a cui dovrà far fronte per il resto della sua esistenza sono importantissimi.
È dall’89 che era “inseguito” dalla condanna a morte decretata da Rudollah Khomeyni, ayatollah, capo spirituale nonchè politico dell’Iran, del quale è stato guida suprema dal 1979 al 1989, quando morì.
Khomeyní emanò la prima fatwa diretta a Rushdie, per blasfemia. Lo scrittore, che si è sempre dichiarato ateo, aveva avuto la sciagurata colpa di criticare l’episodio dell’ispirirazione di Maometto nei suoi “Versetti Satanici”, edito nel 1989.
Il libro era una sostanzialmente una rivisitazione fantastica della figura di Maometto, ma essendo allusiva valse all’autore una fatwa per blasfemia. Occorre ricordare che Salman Rushdie fino ad oggi per salvarsi aveva dovuto partecipare ad un regime di protezione nel Regno Unito, dove era costretto a vivere in luoghi sempre diversi e nascosti, scortato dalla Polizia. Contemporaneamente a questo continuava a tenere convegni e presentazioni letterarie. Una di queste, in territorio straniero, gli è stata fatale. Consideriamo che già nel 1989, subito dopo l’emanazione della condanna a morte da parte del regime iraniano – Un privato cittadino offrì una taglia sulla testa dello scrittore.
Poi, poco dopo, si verifica una lunga scia di sangue nei confronti di chi aveva collaborato all’opera letteraria. Il 3 luglio 1991 venne pugnalato nella sua abitazione milanese Ettore Capriolo, il traduttore del libro dell’edizione italiana: Capriolo riuscì a salvarsi. Andò peggio al traduttore giapponese, Hitoshi Igarashi, uccio a Tokio il 12 luglio 1991. Ferito a colpi d’arma da fuoco anche l’editore norvegese, William Nygaard, nell’ottobre del 1993.
Un tweet comparso in queste ore su una pagina iraniana giudica l’attentatore come “l’eroe libanese”. Anche altri posti in arabo hanno esultato alla notizia dell’attentato.