ECCO UNA “NORMALE” GIORNATA PASSATA AL PRONTO SOCCORSO: PERSONALE CHE SI FA IN QUATTRO, MA CHE PURTROPPO, E’ FORSE INSUFFICIENTE, SPECIE IN MEDICI.
LA TESTIMONIANZA DI UN LETTORE
Imola. “5 giorni di febbre a 39 con il medico di famiglia è in ferie, mentre il medico sostitutivo non risponde. Riusciamo a contattare la segretaria che ci programma una vista per lunedì alle 17,45 ( siamo a venerdì sera) . Sabato mattina la febbre è oltre a 39 e decido di portare mia moglie al P. S.
Alle 9.00 fanno un tampone, risultato negativo . Codice verde: febbre alta. Ore 12: chiedo al responsabile quanto dobbiamo attendere, se l’attesa si prolungasse oltre decideremo di andare a casa, perché mia moglie con febbre alta, starebbe meglio a letto. Mi risponde che ci sono solo tre persone davanti a noi.
Ore 13, il personale è cambiato, richiedo la tempistica, mi viene risposto che non sono in grado di soddisfare la mia richiesta. Faccio notare che mia moglie è sofferente: è febbricitante. Ore 13,30 : finalmente la visitano, diagnosi: deve fare delle lastre.
Ore 15: siamo ancora in attesa del da farsi, circa 50 persone che attendono, sono più quelle in entrata che in uscita, sintomo di carenza di medici.
16,30 l’inserviente la preleva per la lastra.
Ore 17: il dottore ci chiama in ambulatorio, diagnosi: polmonite, non da covid.
Ore 18, ricoverata. Devo convenire che i dottori e gli infermieri del P. S sono ottimi professionisti, dove stanno le carenze? Poco personale ( medici); chi valuta il colore dei codici deve essere un medico preparato, tutto questo dipende dalla volontà politica di chi governa in regione. Grazie. Mauro Guidi.