Sono tanti i successi italiani che hanno cercato di veicolare un chiaro messaggio contro le guerre. Alcuni degli artisti italiani piú celebri, in gran parte cantautori, si sono espressi condannando la guerra attraverso testi e melodie che con gli anni sono entrati nell’immaginario collettivo. Andiamo a vederne alcuni, in questa prima puntata di una collana che vorremmo periodicamebte pubblicare in queste settimane di grande tensione, per via del confllitto in Ucraina.
Una delle opere piú importanti é stata scritta ed interpretata da Francesco Guccini – Auschwitz – pietra miliare della canzone italiana impegnata. Era il 1964 quando il cantautore bolognese firmava la piú forte e potente canzone a memoria dell’Olocausto. Venne interpretata in maniera straordinaria anche dai Nomadi, con Augusto Daolio.
“Io chiedo come può un uomo
Uccidere un suo fratello
Eppure siamo a milioni
In polvere qui nel vento
In polvere qui nel vento”
Per scrivere questo brano, Guccini si ispirò al romanzo autobiografico “Tu passerai per il camino”, in cui Vincenzo Pappalettera racconta la sua esperienza dietro i tristemente noti cancelli del campo nazista.
Il testo si snoda su due capitoli: il primo è quello in cui il bambino morto nel campo di stermino racconta la sua esperienza in prima persona, con questa sorta di innocenza della sua fanciullezza. Nel secondo capitolo, la voce del bambino si fonde con quella dell’interpete, interrogandosi sugli atroci fatti della Shoah.
Come non menzionare anche “Generale“, una delle canzoni piu rappresentative della carriera di Francesco De Gregori e delle canzoni italiane contro la guerra. Venne ispirata a De Gregori durante un incontro all’epoca del suo servizio militare in Alto Adige. La canzone è come un viaggio per immagini – la contadina ricurva sul tramonto, il treno che non fa più fermate e corre dritto verso casa, gli aghi di pino, il silenzio e i funghi. Frammenti che si inseriscono in un contesto, nei ricordi delle colline e dei boschi dell’Alto Adige, teatro di diversi conflitti, tra cui le due guerre mondiali, luogo appunto dove si trovava il cantautore romano nel periodo della stesura del pezzo. Una di quelle canzoni che fatto cantare intere generazioni, capace di colpire anche Vasco Rossi che l’ha reinterpretata con successo all’inizio degli anni ’90.
“Generale dietro la stazione
Lo vedi il treno che portava al sole
Non fa più fermate neanche per pisciare”
Ma anche la piú recente “Il mio nome é mai piú” , é stato il frutto della collaborazione fra tre grandi artisti quali Ligabue, Jovanotti e Pelú, venne pubblicata nel 1999. É un inno melodico, a tratti rap, contro la guerra in Kosovo. L’intero ricavato delle vendite del singolo (numeri record) venne devoluto all’associazione Emergency di Gino Strada.
“Eccomi qua,
seguivo gli ordini che ricevevo
c’è stato un tempo in cui lo credevo
che arruolandomi in aviazione
avrei girato il mondo
e fatto bene alla mia gente
e fatto qualcosa di importante.
In fondo… a me piaceva volare…“
Tra le canzoni meno conosciute ma non per questo meno significative, il pezzo di Eugenio Finardi contro la guerra in Vietnam. “Giai Phong”, una delle canzoni a cui il cantautore di “Musica Ribelle” é piú legato; é stata pubblicata nel 1976, all’indomani della fine del sanguinoso conflitto nel piccolo stato del Sud Est Asiatico.
“Che prima o poi sarebbe successo tutto il mondo lo sapeva
ma così presto e così bene nessuno se lo aspettava
la mattina del 30 Aprile quando i carri dei vietcong
dopo trent’anni di guerra entrarono a Saigon”
Senza ombra di dubbio un caposaldo del genere é “La Guerra di Piero” di Fabrizio De André, edita nel 1966. É tra le opere piú identificative e forse la piú popolare in assoluto del cantautore genovese. I ricordi dello zio di Faber, sul suo ritorno dal campo di concentramento influenzarono profondamente la sensibilitá del nipote Fabrizio, che diventó convinto anti militarista. I racconti dello zio davanti al camino sulla sua deportazione e sulle atrocitá dell’Olocausto, segnarono profondamente il carattere e la carriere del cantautore.
“Fermati Piero, fermati adesso
Lascia che il vento ti passi un po’ addosso
Dei morti in battaglia ti porti la voce
Chi diede la vita ebbe in cambio una croce”
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