Siamo stati contattati da un’importante agenzia funebre del territorio, che ci ha chiarito alcuni aspetti della vicenda inerente alle competenze sulle vestizioni delle salme presso la camera mortuaria di Via Amendola.
Nella fattispecie, nel Circondario imolese si verificherebbe questo: operatori dell’AUSL di Imola che si occuperebbero delle vestizioni e della tanatocosmesi delle salme; mansione che però, secondo nota regionale (e soprattutto secondo la convezione tra il Circondario e AUSL sulla gestione dei servizi funebri) spetterebbe alle agenzie funebri e non a degli operatori AUSL.
Da Piazza Matteotti e da Via Amendola non sono ancora arrivate conferme ma al momento, già diversi operatori socio sanitari ci hanno confermato, in via confidenziale, di essersi occupati delle vestizioni e della tanatocosmesi delle salme, oltre che al confezionamento del feretro, presso la camera mortuaria. Questa è una storia che secondo gli operatori andrebbe avanti da un po’ troppo tempo: non si capisce per quale motivo l’AUSL non venga richiamata per una grave anomalia come questa.
Abbiamo raggiunto la titolare di un’agenzia funebre del territorio che ci ha confermato l’aspetto in questione: la loro realtà, mestiere altamente rispettabile che necessita di ampia preparazione, è l’unica imolese ad effettuare vestizioni e soprattutto tanatocosmesi alle salme (da pochi giorni se ne è aggiunta un’altra) presso la camera mortuaria di Imola. Perché? Molto semplice.
“Per regolamente regionale spetta a noi agenzie occuparsi di questo. Mi risulta che sul territorio noi siamo gli unici a farlo, a parte degli altri colleghi di un’agenzia funebre che nei giorni scorsi hanno mostrato la loro disponibilità ad unirsi a noi, dopo che la notizia è emersa.”
Per quale motivo siete gli unici?
“Perché qualcuno vuole che siano altri a farlo.”
Voi venite pagati per la vestizione e tanatocosmesi in camera mortuaria?
“No, non percepiamo nulla ma spetta a noi per regolamento regionale.”
Questa pratica verrebbe dunque affidata agli OSS dell’AUSL di Imola: 6 operatori in totale che verrebbero incaricati di queste incombenze, a rotazione, poiché non possono occuparsene senza sosta, non essendo questo il loro lavoro: un mestiere che richiede notevole competenza. Per questo motivo ci sono le onoranze funebri.
A parte questa “mosca bianca” di impresa funebre del territorio, al momento le altre agenzie imolesi si guardano bene dal parlare. Una piccola omertà, alla luce anche dello scarso interesse che le pompe funebri possono nutrire in una mansione che gli impiegherebbe personale e tempo, senza nessun guadagno. Mica scemi! Però spetta a loro, la nota regionale parla chiaro. In fondo all’articolo le andremo a vedere.
LE REAZIONI POLITICHE SULLA VICENDA
Nel Consiglio Comunale del 3 febbraio scorso, in cui è stato approvato il rinnovo della convezione sulla gestione dei servizi funebri, c’è stata una levata di scudi da parte delle opposizioni: MERLI (FDI) ha depositato interrogazione:
“Se non otterremo risposte” – ha dichiarato la consigliera Merli – “ci vedremo costretti a depositare con urgenza un atto di sindacato ispettivo proprio per verificare che tutto si svolga in regola con le disposizioni vigenti” chiedendosi anche “Se ci sono forse OSS che provvedono a tali servizi, su chi onorerebbe la retribuzione del personale impiegato in camera mortuaria? L’Azienda sanitaria locale non deve essere gravata degli oneri economici connessi a tale attività.”
Marchetti (LEGA), consigliere comunale e regionale allo stesso tempo, depositerà interrogazione nell’Aula di Viale Aldo Moro: “L’Ausl non può svolgere i compiti delle onoranze funebri” ha dichiarato Marchetti, già in Regione ricopre il ruolo anche di vice presidente regionale della Commissione sanità e politiche sociali “La convenzione per la gestione del servizio mortuario tra l’Azienda Sanitaria Locale e il Nuovo Circondario Imolese, da poco prorogata dal Comune di Imola, stabilisce che la vestizione dei cadaveri, la tanatocosmesi nonché il confezionamento del feretro, sono tutte prestazioni non ricomprese nei livelli essenziali di assistenza di competenza del Servizio Sanitario Nazionale e, pertanto, l’Azienda Sanitaria non deve essere gravata degli oneri economici connessi a tali attività anche per i deceduti all’interno dei Presidi Ospedalieri” ha spiegato il leghista.“
Scintille e polemiche per l’intervento di Marinella Vella, che ha provocato la rabbia del Sindaco Panieri.
La consigliera Vella, la cui lista Cappello a dire il vero, è stata la prima ad aver reso pubbliche le strane anomalie che coinvolgevano la camera mortuaria, avrebbe “esplicitato reato” nei confronti dell’AUSL:
“Mi sono andata a rileggere tutto e ho parlato con le persone che lavorano nel settore” ha spiegato la Vella –“quella convenzione in realtà non è mai stata fino ad ora applicata” ha introdotto “altrochè aderenza alle norme” – “la parte in cui si parla della vestizione e della tanatocosmesi è completamente disapplicata” ha continuato il suo affondo “dato che questi servizi vengono espletati dagli OSS dell’AUSL” e concludendo con l’affondo finale, non digerito dall’amministrazione “si potrebbe configurare come una truffa ai danni degli enti pubblici , a carico delle imprese private e omissione dati d’ufficio.”
Il Sindaco Panieri ha poi preso la parola, non gradendo quanto dichiarato dalla Vella:
“Ritengo che le affermazioni della Consigliera Vella siano molto, molto, molto, al di fuori di quello che…Parla di omissioni dati d’ufficio, fa dichiarazioni anche importanti, ci riserveremo tutti di fare degli approfondimenti un po’ più legati a quello che uno dice, perchè ritengo che in quest’aula, siano un po’ molto forti, poi non so se son scritti da lei o son scritti da qualcun altro che magari non è presente, però comunque approfondiremo.”
La convenzione per la gestione del servizio mortuario tra l’Azienda Sanitaria Locale e il Nuovo Circondario Imolese recita però questo: per quale motivo l’AUSL, dunque, farebbe fare tutt’altro ai suoi operatori?
Alla luce di questo, è quindi ancor più strano che l’AUSL si occupi di un servizio di non di sua competenza, impiegando personale che nulla c’entra con i servizi funebri.
Anche il testo regionale recita chiaro:
Anche l’AUSL di Bologna rispetta la norma, come recita il testo: perché a Imola si farebbe diversamente?
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