Puntata surreale quella di Otto e Mezzo del 12 novembre scorso, dove è andato in onda un accesissimo confronto tra Matteo Renzi e Marco Travaglio.
Quella che vedete in copertina é la vignetta che ha firmato Spartacus proprio dopo aver visto la puntata ‘incriminata’.
Il Direttore del Fatto ha letto un testo che riassumeva una singolare corrispondenza via mail tra Maurizio Rondolino, ex collaboratore di Renzi: “eccoti un primo punto sulla struttura di propaganda anti-.grillina che ho preparato con Simona in questi giorni”:.. Renzi, pochi minuti dopo inoltra questa mail a Marco Carrai, mail dove vi è allegato un documento in cui si racconta come deve strutturarsi questa “agenzia” di informazione per spingere l’elettorato grillino a non votarlo più :“non dobbiamo contro-argomentare le loro proposte ma dobbiamo distruggere chi le ha avanzate”..
Renzi ascolta Travaglio sorridendo sarcasticamente, e un tantino imbarazzato si prepara a prendere la parola. Quando accade comincia la sua “arringa”. A voi il giudizio del suo intervento:
“Per distruggere i grillini è bastato farli governare. Per distruggere il Fatto Quotidiano basta il pregiudicato Marco Travaglio, perchè scusi , cara Gruber, il dottor Marco Travaglio è un diffamatore seriale, ha una condanna penale e dieci civili. È lui che distrugge il Fatto Quotidiano, perchè il Fatto Quotidiano è un’azienda quotata in borsa (…)
“Io non voglio la fine del Fatto Quotidiano perchè il Fatto Quotidiano è il vitalizio per me e la mia famiglia, il gettone che Travaglio prende per parlare qui poi lo passa alla mia famiglia”
Interviene Giannini (in collegamento): “vorrei fare una banalissima domanda a Renzi,io non capisco perchè il Senatore Renzi prenda questa farneticante, folle, assurda mail e la giri a Carrai…Secondo me resta un mistero. Se fossero state come appaiono le farneticazioni di un folle, lei le avrebbe prese e cestinate.”.
Renzi continua la sua difesa, tentando continuamente di cambiare argomento e non rispondendo alle domande, facendo “sbottare” anche la Gruber :”Però qui devo dire una cosa, che i giornalisti stimati di solito non hanno questi progetti…Le sto dicendo che ci sono delle regole deontologiche che i giornalisti seri rispettano.”