L’Amministrazione comunale è favorevole alla sopraelevazione
della Discarica e interroga il Consiglio dei Ministri

Nell’ambito della recente Conferenza dei Servizi, il Comune di Imola, come si legge nel
suo comunicato, “…non ha potuto ravvisare, per quanto di competenza, motivi ostativi alla
sopraelevazione”
: ora sul futuro della discarica deciderà il Consiglio dei Ministri. Un vero
fallimento della nostra politica locale

Il Comitato Vediamoci Chiaro ha spesso anticipato le “desiderate” degli amministratori e di chi
“comanda” nel settore rifiuti: HERA Spa.
Ci risiamo, con un nuovo capitolo della Discarica Tre Monti ma con i vecchi metodi di una
comunicazione edulcorata, da parte di un’Amministrazione Comunale in evidente imbarazzo, e
farcita di confusione nel capire tecnicamente la discarica Tre Monti. Non un tassello dell’economia
circolare ma un tassello dello smaltimento e un complesso sistema industriale ricco di
problematiche da indagare e ancora non risolte.

Inutile poi parlare delle note stampa emerse, dove il pressappochismo come sempre regna
sovrano. Parlando di cose che non si conoscono (o che volutamente si evita di capire…) come la
Sentenza del Consiglio di Stato che di certo non parla di “cavilli burocratici” ma di elementi
sostanziali tuttora disattesi e non solo e soltanto di impatto paesaggistico. I motivi aggiunti legati
alla Salute Pubblica, all’Impatto Cumulativo e molto altro sono tutti li. Con un’ARPAE (ma
possiamo includere pure l’ASL) che ogni giorno che passa ci appare decisamente contraria al
confronto anche con altri Enti, come ad esempio con Il CNR (Istituto di Fisiologia Clinica di Pisa)
da noi tante volte invocato e resosi disponibile a definire in accordo con i vari Enti, un’azione
comune di sorveglianza sanitaria. I vecchi metodi restano il cardine quindi nessuna apertura se
non al “GREEN WASHING” invocato sempre a piene mani da Regione-Emilia Romagna ed Enti
vari.
Non possiamo esimerci dal dire che i vecchi metodi portano a escludere processi partecipativi e
informativi che permettano ai cittadini di capire, senza accesso agli atti, di cosa si stia discutendo,
come e perché. La trasparenza resta un problema. Salvo poi riempirsi la bocca di parole come
sostenibilità, trasparenza, condivisione, economia circolare e ogni vocabolo utile a produrre
“FUMO”.
Il Comitato Vediamoci Chiaro prende atto del reiterarsi del vecchio metodo e della vecchia politica
e va avanti con il suo percorso. Percorso che negli anni ha permesso di vederci chiaro nelle
procedure amministrative attivando i Tribunali, prima del TAR, poi del Consiglio di Stato, che
hanno fermato una procedura scorretta e condannato alle spese la Regione Emilia-Romagna.

Il Comitato Vediamoci Chiaro ha poi parallelamente analizzato, sempre tramite perizie giurate ed
evidenze scientifiche, l’infondatezza tecnica e ambientale del tema ampliamento (proposto con una
procedura frazionata in palese contrasto con le procedure europee e nazionali in termini di VIA)
tanto da far ritirare a HERA il progetto per varie ragioni sia tecniche che di tempistiche del
procedimento, che di loro opportunità. Il progetto di ampliamento del 4° lotto non era realizzabile
senza la sopraelevazione. Quindi evitiamo come sempre di far confusione ed edulcorare la verità:
questo è il motivo per cui, secondo noi, Hera ha ritirato il progetto. Certo siamo convinti che nei
piani regionali e del gestore (gestore poi a che titolo tutto da chiarire) vi sia ancora l’intenzione di
raddoppiare l’attuale sito.


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Ora la questione è palese. Chiara per noi lo era da anni. Sottoporremo anche ai Ministrila nostra
tesi documentata: abbancare ancora rifiuti in un sito attivo da oltre 40 anni, pieno di rifiuti e criticità
non giova a nessuno (né sotto il profilo ambientale né, aggiungiamo noi, politico) se non a qualche
investitore quotato in borsa. Mentre il vero investimento sarebbe attivare quanto da anni chiediamo
con dati e proposte scientifiche in ambito di monitoraggio ambientale e sanitario proprio a supporto
delle decisioni. I monitoraggi ambientali, soprattutto nella circolazione delle acque, e un corretto
piano di sorveglianza sanitaria in ottica predittiva non sono mai stati eseguiti. Se questo non sarà
recepito andremo ad agire in sede amministrativa e civile, segnalando anche il danno ambientale
cagionato.

Per dare a Imola quello che merita. Tutela senza conflitti di interesse e trasparenza. E
magari, questa volta, anche qualche responsabile chiamato a rispondere. Fino ad oggi chi, con
arroganza, parlava di sicurezza e valore di un progetto poi sconfessato in tribunale, è stato
promosso dalla politica o da lobby vicina a essa. Sarebbe ora di finirla che chi sbaglia non paga,
ma anzi, guadagna. Anche per il buon gusto e la reputazione di una città come Imola e dintorni.
Nei prossimi giorni, tramite accesso agli atti, studieremo nei dettagli i verbali della conferenza dei
servizi e valuteremo quale istruttoria è stata sin qui seguita e se vi sono elementi progettuali, al
momento non a nostra conoscenza, che saranno inviati al Consiglio dei Ministri. Il Comitato
Vediamoci Chiaro aspetta con fiducia la decisione del “Governo dei migliori”.
In caso di responso negativo rispetto alla legalità (TAR e Consiglio di Stato) decideremo se e come
procedere con una serata informativa aperta a tutti i cittadini che vorranno informarsi ascoltando
anche un’altra voce.
Ricordiamo a tutti che il Comitato Vediamoci Chiaro persegue questa iniziativa grazie al
sostegno economico di tanti cittadini che vogliono liberamente investire nella tutela del
territorio e nella salute di chi lo abita. Tale sostegno si rende necessario soprattutto ora, per
intraprendere un percorso rapido e decisivo che fornisca a tutti i Ministri adeguata
documentazione tecnica a supporto delle decisioni che dovranno prendere. E se,
malauguratamente, la Presidenza del Consiglio dei Ministri deciderà di dare parere positivo
(dubitiamo da subito fortemente se informati a dovere), siamo pronti ad impugnare, nelle
sedi opportune, l’autorizzazione, oltre che ad intraprendere un procedimento in sede civile
con richiesta di risarcimento del danno ambientale cagionato.
Infine un grazie alla Soprintendenza, cardine di coerenza e competenza in questo procedimento, a
differenza di politici incoerenti e incompetenti che nel tempo hanno ad esempio affermato:

  • “Discarica, capitolo chiuso. Non intendiamo aggirare le sentenze.” (Bonaccini, 17/01/2020)
  • “…Ora maggior coinvolgimento dei cittadini” (Panieri, 28/09/2021).