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Giuseppe “CITA” Mazzini: storia “dell’immigrato al contrario”

Giuseppe “Cita” Mazzini. È lui l’uomo ritratto su una delle facciate delle case popolari di Via Bucci. Gli venne dedicato il provocatorio murales in occasione del RestArt Festival 2016. L’opera infatti ritrae il volto di Mazzini “al contrario” proprio per indicare l’inusuale storia che lo vide migrante in Sud America alla ricerca di un lavoro.
L’artista ha voluto dunque ritrarre questo nostro concittadino “Immigrato al contrario”, per ricordare che “anche gli imolesi sono immigrati e quindi stranieri, forestieri e diversi. Un messaggio per ricordare che siamo tutti immigrati, diversi e provenienti da lontano, da non considerare come una distanza, quanto una risorsa.”

Mazzini nacque a Imola nel 1873. Venne ribattezzato fin da piccolo “Cita” dallo zio materno Antonio, per distinguerlo dall’illustre politico omonimo.
Completati gli studi nel 1893, presso il Liceo Torricelli, incerto sulla strada da seguire, si trasferì a Parigi dal fratello Pietro. Nella capitale francese, Cita soggiornò alcuni mesi.
Durante il periodo parigino, iniziò a scrivere quotidianamente delle annotazioni in una sorta di diario, che ora è conservato assieme ad altre carte a lui appartenute, all’interno della Biblioteca Comunale.
Raccontò le sue attività, ritrasse personaggi, tracciò i disegni di monumenti, trascrisse sul pentagramma i refrains delle canzoni ascoltate nelle strade.

Nel 1894 si iscrisse così alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Bologna, usufruendo di una borsa di studio. Si fece però sempre

Durante gli anni del corso collabora, come corrispondente da Bologna, ai giornali Il Messaggero di Roma e il Roma di Napoli, iniziando così a coltivare quella che diventerà in fretta la sua grande passione: il giornalismo. Infatti, appena terminati gli studi universitari, si reca nuovamente a Parigi come corrispondente dei periodici Roma e Caffaro di Genova.

Rientrato in Italia nel 1900, inizia ad esercitare la professione medica come assistente ospedaliero al manicomio dell’Osservanza. Nel 1901 passa alla sezione medica dell’Ospedale Civico, fino al 1903.
Ma nel 1904 un’altra scelta radicale lo muove addirittura oltre oceano. Mazzini decise di emigrare in Cile, dove già si era stabilito il fratello Raffaele: consegue una laurea in medicina e chirurgia all’Università di Santiago e dal 1905, diventa medico presso la Società di Mutuo soccorso fra gli italiani e il Comune di Pirque. Nel frattempo continua a coltivare la passione giornalistica, collaborando con L’Italia di Valparaiso e Corriere d’Italia di Buenos Aires, mantenne assidui rapporti con periodici italiani.

Tornato in Europa alla fine del 1911, si stabilì nei primi mesi dell’anno successivo a Parigi per frequentare i corsi di pediatria dell’hôpital des Enfants malades e quelli per lo studio e la cura delle malattie veneree e delle vie urinarie presso l’hôpital Cochin. Durante il nuovo soggiorno parigino pubblicò un articolo sulla rivista diretta dal fratello Pietro, La médicine politique en Italie, in Revue des pays latins, VI (1911), pp. 261-268. Recatosi nuovamente in America Latina nel 1913, conseguì nuove lauree in medicina e nuove abilitazioni all’esercizio della professione, nelle facoltà universitarie di Quito e di Lima. Attivo in Perù, fu nominato direttore della Casa de salud di Bellavista e director gerente della Sociedad de institutos medicos di Lima. Nel corso di questa seconda esperienza sudamericana, dedicatosi con passione allo studio della antica civiltà incaica, ebbe modo di mettere insieme una raccolta di cimeli e ceramiche della quale fece poi dono alla città di Imola.

 

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