Venne eretto nel maggio 1946, un anno dopo la fine della guerra, in Piazzale Leonardo Da Vinci. Luogo questo fortemente voluto dall’Anpi, al contrario di come voleva la commissione istituita per l’installazione dell’opera.
Ci furono anche delle controversie fra le due parti. Come tutti i monumenti di Imola infatti, anch’esso vanta una storia travagliata.
Costruito nel 1936 da Angelo Biancini, una delle figure più rappresentative della scultura e della ceramica italiana del Novecento, in origine era stata pensato per i Caduti della guerra d’Etiopia.
Oltretutto era diverso da come la vediamo ora. Venne modificato appunto dopo la guerra, per adattarsi meglio a quanto avrebbe dovuto rappresentare. La figura infatti, in origine non impugnava un fucile, ma un gladio. Mentre nell’altra mano, ora stretta in un pugno, vi era uno scudo. A prescindere da questi accorgimenti, il monumento rimane ancora oggi uno dei più belli della città.
Da sempre però, Piazzale Da Vinci è meta dei festeggiamenti sportivi della città. Ed il povero monumento si trova da ormai mezzo secolo a doverne subire di ogni. Ha superato indenne i mondiali dell’82 e per miracolo quelli del 2006, dove l’altro un auto venne distrutta dalla gente proprio a ridosso della statua (per volontà anche del suo proprietario che decise di sacrificarla). Ora ha superato non senza cicatrici l’ennesima ondata.
I residenti non si lamentano dei tifosi ma almeno chiedono che vengano installati dei deterrenti (cancellate) mentre i negozianti sono stati vittime di veri e propri atti vandalici.
Vedremo ai prossimi Mondiali quali misure verranno prese. Le denunce contro ignoti contano poco, sebbene nessuno abbia il coraggio di intervenire in mezzo a una folla oceanica festante, col rischio di essere linciato.