Loris e Fausto, entrambi della stessa terra “di mutòr”. Non solo. Una vita costellata dalle tante, tantissime similitudini. La stessa squadra. Uno già maturo, l’altro che arrivava. E Gresini, già campione del mondo, che passava il testimone senza remore all’astro nascente. Era il 1990. La nascita dell’amicizia alimentata dalla scintilla dell’imolesità, che scacciava ogni invidia. Intanto Capirex era diventato il più giovane Campione iridato del motomondiale di tutti i tempi. Anche un po’ grazie a Fausto che lo aveva aiutato a vincere nel Gran Premio decisivo, in Australia.
Passano gli anni, Gresini crea la sua squadra corse, diventando Manager del più importante team-cliente del paddock. “Salva” Loris rimasto orfano di una squadra ufficiale prendendolo nel 1999 dove sfiorerà il Titolo. Trionfando tra l’altro nella “loro” Imola.
L’amicizia si consolida con la maturità e con il passare degli anni. Rimangono in contatto, condividono la passione per le corse. Per la stessa terra. Lo scambio di consigli.
Oggi, l’amaro risveglio all’indomani di una tragedia che per gli imolesi, concittadini di Fausto, arriva come un pugno nello stomaco. Loris Capirossi, raggiunto dalla Gazzetta dello sport, esprime tutta la sua incredulità sull’accaduto.
“Ero in contatto con la moglie di Fausto negli ultimi giorni” ammette ” Anche se quando le sue condizioni erano migliorate eravamo riusciti a sentirci in videochat, verso fine gennaio. Non posso pensare di non rivederlo più.
era pieno di vita, non si fermava un secondo. Ha dedicato tutta la vita, il suo lavoro, al team, ai ragazzi. Ha una famiglia fantastica, quattro figli, Nadia… le ho parlato, è devastata. Io sono anche il padrino di Lorenzo. Sono tutti brave persone, quando hai un padre così come fai a essere una persona cattiva? ”
Capirossi, per via anche delle restrizioni causate dal covid, intravedendo il rischio di non poter partecipare alle esequie dell’amico ammette: “Andrò al suo funerale al 100%,non me ne frega niente se non posso muovermi. Voglio vedere chi mi ferma”.