LA LEGGE DELLA MEMORIA
La legge ha risposto alla necessità di una memoria fondamentale e sentita da tutti i cittadini. È infatti
la Legge 20 luglio 2000, n. 211 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000.
I FATTI DELLA SHOAH E I NOSTRI GIUSTI TRA LE NAZIONI
Raul Hilberg in “La distruzione degli ebrei d’Europa” (Torino, Einaudi, 1999) riporta con certezza
che tra il 1933 e il 1945, furono circa 15-17 milioni le vittime dell’Olocausto, di entrambi i sessi e di
tutte le età (senza riguardo per anziani e bambini), tra cui 5-6 milioni di ebrei. Fra questi c’erano circa
seimila italiani. Ed oggi, senza ripercorrere per filo e per segno un decennio di atrocità, dobbiamo
ricordare, anche a Imola, la Shoah, sterminio del popolo ebraico, la persecuzione dei cittadini ebrei e
delle altre minoranze, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte.
Ma nel dolore dell’Olocausto, amo ricordare e far luccicare le storie di quei non ebrei che hanno agito
in modo eroico a rischio della propria vita per salvare la vita di chi era ingiustamente perseguitato.
Oggi sono conosciuti come Giusti tra le nazioni. Al gennaio 2017, sono stati riconosciuti 26’513
Giusti tra le nazioni. Fra essi amo ricordare un sacerdote imolese, sin troppo dimenticato: don Giulio
Minardi. Ordinato nel 1921, divenne cappellano a Sesto Imolese (Imola) e nel 1927 gli fu assegnata
la parrocchia di San Giovanni a Imola, dove rimase fino al 1934 quando assunse quella del Carmine.
Don Giulio, uomo «di poche parole, di molti fatti» dotato di grande audacia, dedicò tutta la sua vita
a favore dei più deboli, e lo fece anche nel terribile momento della guerra.
LA MEMORIA DI TUTTI PER TUTTI E TUTTI I GIORNI
Il giorno della memoria, è il giorno di tutti, per tutti quegli uomini e donne che hanno sofferto gli atti
della violenza dei loro simili, tutti noi, di destra e di sinistra, abbiamo il compito ma anche l’onore di
ricordare e memorare la Shoah.
La battaglia del bene contro il male -diceva qualche anno fa un parlamentare- non si esaurisce nella
celebrazione del Giorno della Memoria, ma è piuttosto una missione spirituale che non si esaurirà
mai. Occorre ricordare in questo giorno perché non accada mai più, ricordare per non dimenticare gli
orrori del passato, ricordare per costruire un futuro migliore. Il Giorno della Memoria sia ogni giorno,
ma soprattutto sia di tutti.
Allora rifletto: non c’è forse il rischio che certe parti, certi ambiti ideologici e politici, ritengano
propria prerogativa questa giornata? Forse sì, ma certamente c’è un errore grave in questo assioma.
La memoria non è solo di sinistra, o solo di destra, è di tutti.
Anche chi vive come propria una filosofia politica e culturale situata nell’alveo del conservatorismo
che sottolinea la necessità etica e pratica dei principi della legge naturale e dell’ordine morale
trascendente, della tradizione, dell’unità organica, della vita, del classicismo e della cultura elevata e
della fedeltà: ecco, anche chi vive tali valori ha il diritto e dovere di celebrare la Memoria.
Allora devono essere inclusi nel novero di coloro che celebrano a buon diritto l’onerosa giornata della
Memoria anche quei movimenti politici conservatori, che hanno il fine di attuare un programma
politico che, sulla base dei principi di sovranità popolare, libertà, democrazia, giustizia, solidarietà
sociale, merito ed equità fiscale, si ispira a una visione spirituale della vita e ai valori della tradizione
nazionale, liberale e popolare, e partecipa alla costruzione dell’Europa, non burocratica, ma dei
Popoli.
La Memoria appartiene anche a quei movimenti politici conservatori, visti ancora oggi con troppe
rancorose remore e con troppe critiche da certa altra parte politica, forse ancora vincolata da
dinamiche e schemi di un passato ottuso.
Tali forze conservatrici, ammesse costituzionalmente nel nostro Ordinamento dello Stato,
promuovono nel rispetto della sovranità, dell’indipendenza e dell’unità nazionale, la pacifica
convivenza di popoli, stati, uomini e confessioni religiose.
Tali movimenti conservatori svolgono il proprio programma politico attraverso l’azione dei propri
aderenti, dei propri sostenitori, dei propri simpatizzanti e di tutti coloro che si riconoscono nei progetti
intellettuali, di azione e di partecipazione all’amministrazione e al governo della Nazione e delle sue
istituzioni centrali e locali, come questo Comune di Imola, in cui tali movimenti conservatori sono
rappresentati, dico io, con dignità ed onesta intellettuale.
L’IMPORTANZA DI UNA RIAPPACIFICAZIONE POLITICA
Se non si accetta, politicamente e ancor prima moralmente, che la memoria dell’olocausto deve essere
patrimonio etico e culturale di ogni parte politica (Sinistra e Destra, Progressisti e Conservatori), si
rischia consistentemente di ridurre questa giornata e la memoria di questo genocidio a uno slogan
privo di significati, il dramma che oggi ricordiamo rischia di diventare pretestuoso per condannare
l’una o l’altra parte, ma senza però dire nulla di profondo e concretamente utile, e non ci fa ricordare
che anche il presente è sin troppo pregno di nuove tragedie umane, che minano la vita, dal suo inizio
alla sua fine naturale, tragedie su cui troppo spesso siamo abituati a vivere in un silenzio assordante.
Georges Bensoussian in un recente saggio ci fa notare come nelle camere a gas e nelle altre iniziative
repressive che oggi ricordiamo non è stato solo soppresso un corpo, o cento corpi, o milioni di corpi
umani, ma si è minato fortemente il concetto di dignità umana e sacralità della vita.
Ma oggi è necessario specialmente nel mondo politico un atteggiamento non divisivo, non offensivo,
non recriminante.
Ogni buon politico e ogni pubblico amministratore anche nella nostra città, deve tener presente che il
rischio odierno è che il ricordo della shoah finisca per dividere invece che unire, ingenerando un
procedimento erroneo e perverso, che va oltre le buone intenzioni, e che invece alimenta un potente
risentimento fra le parti, senza tener conto l’aspetto importante dell’educazione e soprattutto della
riappacificazione.
Concludo con le pacificanti parole di Benedetto XVI, grande pontefice tedesco, quando disse che la
memoria di tali fatti, in particolare del dramma della Shoah che ha colpito il popolo ebraico, deve
suscitare un sempre più convinto rispetto della dignità di ogni persona umana.